venerdì 23 dicembre 2011

si asciuga e si fa un pò di ordine


beh...in honduras le marine sono un pò così...


gli interni un pò si salvano

robert e non la sua nuca


gli slanci però sono di classe...


Robert e altro

Robert è un'altro fulminato non sulla via di Damasco come vuole la leggenda ma sulla via dei cinquant'anni, età piuttosto critica, e io lo posso dire perchè lo so...! Tedesco ma meno di quello che ci si aspetti, scarica nell'ordine: un'azienda di protesi ortopediche esterne, una moglie, due figli ultraventenni e quindi vaccinati e garantiti e si inventa delle operazioni di recupero, uso e successiva vendita di barche a vela d'epoca in legno.
Questa è la seconda e ovviamente devo vederla. Mi sveglio non so nemmeno che ora fosse tanto era presto per prendere il primo catamarano per la terraferma, appena usciamo dal porto le onde lasciate dal maltempo dei giorni precedenti cominciano a giocare e buona parte dei passeggeri locali mi confermano l'impressione dell'andata che gli Honduregni non sono quel che si dice un popolo di navigatori, almeno tre dell'equipaggio sono impegnati a dispensare sorrisi ma soprattutto salviette e sacchetti di plastica scegliendo fra le faccette più pallide che vedono in giro. Arrivo al porto, spazzo via tre giorni di ragnatele e di foglie dalla moto, carico e arrivo al cantiere dove mi aspetta Robert. Nel cantiere c'è On Aire, o meglio quello che ne è rimasto, chiamarla barca in questo momento è come dare della principessa alla Mussolini, non è appropriato..., il guscio in legno è stato sverniciato del tutto, alcune piccole parti sono marcite ma Robert è assolutamente sereno e fiducioso, gli interni sono stati ovviamente svuotati e rimangono i divisori originali, tutti i tappi in legno che coprono le viti che fissano il fasciame allo scheletro sono già stati reincollati dal precedente proprietario ma con un prodotto non compatibile per cui bisogna toglierli unoperuno....ripulirli dal vecchio prodotto...controllare il serraggio della vite sottostante e reincollare il tappo. Tante viti per tot metri di lunghezza per tot liste di fasciame per due, perchè la barca è uguale di qua e di là...fa circa 5800 tappi, un lavoro che al mondo  possono fare solo un tedesco, un giapponese e un cinese, il cinese per soldi (pochi) un giapponese per soldi (di più) un tedesco per passione. Poi naturalmente c'è tutto il resto ma come dicevo Robert, ribadisco, è assolutamente fiducioso e sereno, non solo, ma, e qui torna il tedesco, ha già programmato i successivi quattro anni di cui uno e mezzo per terminare il restauro e poi tutte le successive tappe del giro del mondo che riporterà On Aire nel Mediterraneo per essere venduta. Anche lui un bel caratterino, non c'è che dire! Rimango tutta la giornata in cantiere e approfitto della prima giornata di sole per buttare all'aria le valigie e far asciugare tutto, faccio un pò di manutenzione alla motoretta e cambio il cavo della frizione riparato con uno nuovo,sostituisco le pastiglie dei freni, un paio di controlli poi mi fermo a dormire da lui e c'è anche Hans, vi lascio intuire le sue origini..., che ci prepara una bella zuppa di lenticchie e altri materiali strani garantita come la faceva sua nonna annaffiata da ripetuti giri di cuba libre. Ma non credo però che sua nonna la mangiasse annaffiandola con cuba libre... Hans è stato campione di regolarità ( l'attuale enduro) negli anni settanta, chiusa la carriera ha pensato di fare un giro in moto dal Texas alla Terra del Fuoco, ci ha messo circa un anno per arrivare  in Honduras e riflettendoci un attimo ha pensato che continuando così per l'Argentina forse non gli bastava il resto della vita per cui mentre stava aspettando la nave per tornare in Europa qualcuno gli ha detto:. " se devi aspettare due settimane prima che la nave parta invece di stare qui a La Ceiba che è una merda perchè non vai a vedere Guanaja che è qua di fronte?" Roatan è la più grande,verso ovest cioè verso la terraferma c'è l'isola di Utila e verso Est cioè verso l'Atlantico c'è Guanaja, venti km per cinque di verde palme comprese con davanti verso il reef un piattone di mare lungo otto km e profondo venti metri, il sogno di ogni sub, Hans è andato a vedere Guanaja e non si è più mosso,  adesso ha una fattoria, sistema le attrezzature dei sub che subbano lì intorno, fa le pizze e vende le birre alle barche che ormeggiano nella baia davanti a casa e adesso che suo figlio è grande e ce la farebbe a tirare avanti la baracca da solo per un pò sta pensando di rimettersi in sella e arrivare in Argentina per finire quel giro.Sessant'anni suonati che valgono una profonda riflessione alla quale vi lascio...!