martedì 31 gennaio 2012

zona caffetera


fra medellin e salento


idem


rio magdalena


idem

La tappa successiva non è lontana, Salento, zona caffetera a circa 250 km da Medellin, la strada comincia presto a salire, i camion cominciano ad occupare la sede stradale con le loro andature sbuffanti e tanto per cambiare comincia ogni tanto a piovvigginare, fra una nuvola e l'altra spuntano sulle pendici delle colline le pallette verde scuro delle piante del caffè, le prime impressioni di ordine e pulizia si confermano, piccole stradine sterrate lasciano la strada principale per andare ad arenarsi nei cortili delle aziende circondate dagli anelli concentrici delle coltivazioni. Per raggiugere Salento si lascia la strada principale prima degli ultimi 15 km , mi fermo ad un posto di controllo e la notizia è che "pare" che la strada sia chiusa per la solita frana, quel "pare" non mi convince e proseguo, se non ci arrivo si cerca un'alternativa. La strada è stretta, e comincia attraversando piccole valli verdeggianti con il fiumiciattolo di ordinanza, poi sale e alterna tratti in cui si snoda a fianco delle colline ad altri in cui corre in cresta, in effetti la frana c'è ma ci stanno lavorando e in pochi minuti liberano una corsia e a senso alternato si passa, un rettilineo in salita lungo qualche centinaia di metri fra due file di case culmina sulla piazzetta centrale e il villaggio finisce lì, contratto una sistemazione per la notte in un alberghetto e vado in visita. Dalla piazzetta parte una via che concentra tutte le attività, l'atmosfera è mista, qualche turista dal solito aspetto un pò alternativo e molti turisti locali, che riescono decisamente a mimetizzarsi meglio degli altri con l'ambiente, convivono con la quotidianità degli indigeni. Sport nazionale del villaggio è il biliardo, specialità carambola, ci sono un paio di sale che quando ci entri sembra di essere finito in un film anni quaranta, pavimento in travoloni consumati e lisi almeno tanto quanto i tavoli e tutta l'attrezzatura da gioco, i punti si segnano spostando degli anelli di legno infilati su un cavo che corre in alto da una parte all'altra della sala, sul bancone di lamiera troneggia una macchina da caffè italiana che ha accompagnato il locale in tutti i 109 anni della sua esistenza, molto pomposamente mi filtrano un caffè e altrettanto pomposamente mi spiega che di cambiarla non se ne parla e quando si rompe oramai si è imparato come aggiustarla, quindi non c'è problema! Per la cronaca un caffè costa 700 pesos colombiani, pari a 35 centesimi di dollaro, pari a circa 0.27 euro...! Fuori dal locale legato ad un palo con del filo di ferro un dente di legno e una signora che con la mano destra impasta e tira una specie di pasta gommosa che pare commestibile, con la sinistra riempie la coppetta, la porge, ritira i soldi e dà il resto, igienicamente ineccepibile, la sostanza non è male, non ricordo il nome ma scoprirò qualche giorno dopo che la base da cui si parte sono zoccoli di vacca bolliti, come si dice però sono ancora qui a raccontarlo e con lo stomaco intatto...Alle 18.40 rientro in albergo per la cena e scopro che la cucina ha chiuso quasi un'ora prima, mossi però a compassione si riesce a recuperare una trota e a buttarla in padella.
L'obbiettivo successivo è S.Agustin, altro villaggio sperduto delle Ande ma a qualche centinaio di km di distanza, qualche perchè le distanze non sono chiare sulla mappa e soprattutto, considerati i problemi di frane e di alluvioni,  i tempi sono un incognita. Innanzitutto si deve passare nella valle più ad Est scollinando la Cordigliera, e la cosa non sarà così facile. Siamo a 800 mt di altitudine, passo la città di Armenia e la strada comincia a salire e io a lottare con i camion, man mano che si sale i veicoli si infittiscono fino a diventare una fila unica, di tanto in tanto, vuoi per un cantiere, vuoi per una frana si viaggia a senso unico alternato ma la cosa non è sicura, può essere che si incroci all'improvviso qualche cane sciolto esasperato che prima o poi viene fermato dalla polizia. Quando ci sono i rallentamenti si creano dei centri commerciali spontanei ambulanti, si vende acqua, bibite fresche, frutta secca e non, cappelli di paglia, occhiali da sole e cavi per la ricarica dei cellulari, se in zona c'è qualche corso d'acqua anche pesce fresco e a volte altre derrate alimentari di natura assolutamente indistinguibile. Il traffico è formato per il 70 % di camion, un 20% di minibus e il resto vetture, a due ruote ci sono io e uno sciame di motorini che trasportano da una a quattro persone. Quasi tutti viaggiano sui 15/20  ma qualcuno arranca a 7/8 kmh, Si supera indifferentemente a destra e a sinistra, come capita, in prossimità dei tornanti c'è qualcuno che, in cambio di qualche spicciolo gettato dal finestrino, segnala al camion in salita se la strada è libera oppure ferma quello che sta scendendo per dar modo al primo di poter invadere la corsia opposta, quando il camion che sale lascia il varco libero mi butto e lo sorpasso sulla destra stringendo la curva. In meno di 30 km si sale fino a 3800 mt, i panorami sono indescrivibili, ampie vallate con boschi e pascoli scorrono sotto di noi, un tratto di strada in mezzo alle nuvole poi sopra ritroviamo il sole. Si comincia a scendere e la solfa non cambia, incrocio una coda di 15 km di veicoli fermi in attesa del loro turno per affrontare il passo. A fondovalle scorre il Rio Magdalena, sono in mezzo a due cordigliere che fra qualche centinaio di km si riuniranno per formare quella andina. Un cartello segnala 370 km per S. Agustin, sono le 13.30 ed è impensabile farcela prima di sera, cerco di arrivare più vicino possibile e man mano che proseguo cerco di prendere informazioni sui villaggi seguenti per capire se c'è modo di trovare sistemazioni per la notte. Scopro anche che dopo S. Agustin per andare verso l'Ecuador dovrò ritornare a scavalcare le montagne e che volendo risparmiare 200 km mi dovrò cuccare 80 km di sterrato ma la strada è frequentata e non dovrebbe essere male. Sulla strada, e sta cominciando a fare scuro, trovo una specie di motel con ristorante che sembra avere un aspetto discreto e decido che per oggi può essere sufficiente.
Durante la cena Marta  si siede al mio tavolo e mi invita alla festa di matrimonio che domani verrà allestita a bordo piscina, lei è amica di famiglia e deve cucinare per tutti quindi non c'è problema, beh...domani ci si pensa!