sabato 1 ottobre 2011


...molti turisti...


...e non tutti bellissimi!


Niagara Falls

Salutibacieabbracciefoto con Jude e Paul e via verso le cascate, arrivando un bel vialone di motel, con piscina, senza piscina, caro, supercaro, economico, supereconomico e via andare, proseguo e cerco di capire dove sono capitato, dopo i motel l'impatto è tipo Las Vegas che non ci sono andato ma ho visto i film, albergoni immensi a ridosso del fiume, le cascate le senti prima di vederle, il rumore dell'acqua direte voi? no, la puzza, c'è un odore di muffa e di umidità che sembra di essere nella sentina del Bounty dopo una tempesta tropicale, poi sopra le teste dei turisti cominci a vedere la nube di acqua e alla fine dopo ben sgomitato riesci a vedere anche le cascate, che non sarebbero neanche male loro solo che ormai sono talmente immerse e soffocate dalla macchina turistica che gli è cresciuta intorno che ti fanno quasi tenerezza.
Gli alberghi che le circondano sono più alti del salto e si sovrastano per offrirti la suite con vista, tutto intorno un brulicare di ponchi gialli sulle passerelle, sui camminamenti, sulle infrastrutture varie che le incatenano, barconi zeppi di altri ponchi, stavolta azzurri, che sfidano (?) la corrente e si infilano nella nube di acqua quasi fosse l'avventura della tua vita, sul versante americano hanno perfino costruito una piattaforma che pare in calcestruzzo che aggetta verso la parte canadese, che si sa è più bella..., per non parlare della folla sulla strada che le costeggia e e dei negozi di souvenir che cercano di spacciarti quanto le tue spese servano a "preservare" il sito(!). Non rimane altro che chiudere gli occhi e cercare di immaginarti lo spettacolo naturale senza tutto il ciarpame che c'è intorno.
Chiudo la parentesi turistica e torno a ovest per andare a Toronto, dopo un centinaio di km risbatto la faccia contro il solito Labour Day, che sarebbe quel famoso tipo Primo Maggio, il primo motel è pieno, la fanciulla molto gentile al desk telefona a quattordici (dico quattordici) motel sparsi intorno per una cinquantina di km ma la parola d'ordine è sold out, ecco dove andavano a dormire tutti quei cinesi che ciondolavano intorno alle cascate ... finchè si ricorda di un motel di camionisti che è dalla parte opposta dell'autostrada, una telefonata e con 59 dollari sistemiamo la cosa, per stanotte è andata.

giovedì 29 settembre 2011

Jude e Paul

Anche i preti vanno in vacanza...

Due settembre...

.... parto da Three Rivers ( chissà poi perchè si chiama così...) verso il Canada, alle otto e mezza fa già caldo e l'atmosfera è umida e afosa, ancora un pò di campagna in mezzo a prati, boschi e laghetti fino a quando mi avvicino a Detroit ed entro in autostrada, ricomincia la lotta con i camion e il traffico, non credo di averlo già scritto ma qui il problema vero sono proprio i camion, al contrario dell'Europa qui si sorpassa anche a destra, i limiti sono bassi e li superano facilmente tanto viaggiano con i rilevatori di radar per cui nel caso rallentano, la conseguenza è che o ti ci metti dietro e quindi viaggi come dentro un tornado oppure gli stai davanti ma sei a rischio multe perchè devi viaggiare molto sopra il limite quindi meglio fuori! Arrivo comunque al ponte che divide Usa e Canada, mezzora sotto il sole in coda, qui non hanno molta fantasia per cui non si supera, finchè arrivo al controllo passaporti e subito il discorso cade sui vini canadesi, non è finita, passo all'ufficio immigrazione dove scatta l'interrogatorio, dove vivi? quanto ti fermi in Canada? sei mai stato arrestato? hai un recapito? hai delle armi con te?...le solite domande banali che ti fanno anche quando entri in Austria...comunque il timbro arriva, passo la sbarra e metto un'altra tacca sul serbatoio, si fa per dire con quello che mi è costato dipingerlo...
Recupero una mappa dell'Ontario e mi ributto fuori dalla strada principale cominciando a perdermi nelle campagne sopra il lago Erie, sono su un piattone lungo qualche centinaio di km, l'unica differenza con lo Iowa è che qui il cielo non è più azzurro ma si sbiadisce con l'umidità e almeno le coltivazioni variano un pò e soia, tabacco e pomodori si alternano al solito grano. Arrivo a Port Stanley sul lago, il villaggio è perfetto, sembra di essere in Scozia, un pub con alloggio sulla piazzetta, ristorantini, barchette, altri pub senza alloggio ma con le birrette fresche...non manca niente ma...è sabato! Dovè il problema, direte voi, ogni settimana ha un sabato, ma c'è anche un lunedì che segue, e ogni fine settimana ha un lunedì che segue, ma questo lunedì è festa, una specie di primo Maggio, festa del lavoro ed è considerato l'ultimo we estivo per cui tutto il mondo va fuori dalle palle delle città e finisce in mezzo alle mie. Di un letto nel pub nemmeno a parlarne, gentilmente mi indirizzano ad un BB dove mi offrono un divano in salotto con l'uso di un bagno senza doccia (dopo la coda sotto il sole e qualche cento km con 35 gradi???) per la solenne cifra di cento dollari canadesi ( che valgono un filo più di quelli Usa), mi sento un pò preso per i fondelli, declino e passo avanti, un 'altro hotel piuttosto sbilenco me ne chiede 220 per una camera, gli faccio presente che non siamo a portocervo a ferragosto ma non serve a niente, il terzo è completo e mi guarda come se gli avessi chiesto in prestito la figlia per un paio di ore, uscendo raggiungo la motoretta nel parcheggio dove da una macchina stanno  guardando incuriositi la targa, forse vi ho rubato il parcheggio? no...ci chiedevamo da dove vieni, dall Italia e sto cercando un posto per dormire ma non si combina, lei che è al volante guarda lui a fianco e..beh, noi abbiamo un letto in più se vuoi, per evitare fraintendimenti gli chiedo se hanno un B&B, nono,è solo per risolverti il problema ma la casa è a S.Thomas a venti km, figurati se è un problema, li seguo e rimedio anche un paio di hamburger e una pannocchia bollita, la passione di Paul che se ne fa un paio per farmi compagnia nonostante avesse già cenato a Port Stanley nel locale di quello che non voleva prestarmi la figlia. Serata in famiglia a chiaccherare sul patio con lui e Jude e un paio di amiche della villetta vicino, sposati da 19 anni  da un pò sono arrivati dall'Alberta che hanno abbandonato insieme ad una fattoria per le condizioni invernali troppo proibitive, tre metri di neve e meno trenta, qui invece un metro e mezzo e meno quindici...praticamente polinesia! Sono sulla sessantina, qualche figlio fatto ognuno per conto suo sparso fra Canada, States e Messico e adesso qui nella villetta misurata apposta per ospitare qualcuno ma non per più di una settimana,come dire veniteci pure a trovare ma non affezioniamoci troppo... qui và così! Una bella serata e una bella esperienza, come ho detto anche a loro, questo è un motivo per cui vale la pena viaggiare in un certo modo.

lunedì 26 settembre 2011


...esiste veramente!!! ho provato a chiedere della cugina Daisy ma mi hanno indirizzato ad una casa di ripos o...sono cose su cui riflettere...
tanto per avere un'idea dei criteri costruttivi dei motel...
...sono finite le montagne, sono finite le colline, sono finite le curve, rimane la solita campagna, i soliti campi di grano, i soliti rettilinei, e questo sarà per almeno tre giorni, ormai sono abituato al senso di solitudine di queste strade, a volte passa anche un'ora senza incontrare nessuno. Il panorama è praticamente inesistente, all'orizzonte in fondo alla strada sembra di intravedere dei palazzi ma avvicinandoti diventano silos per il grano, ogni trenta/quaranta km c'è un incrocio di strade, l'altezza dei silos, che arriva anche ad una quarantina di metri, è proporzionale all'importanza dell'incrocio, la strada punta direttamente su di loro, poi entrando nel villaggio, che è tutto fuorchè un villaggio, devia leggermente per passargli a fianco poi riprende la traiettoria di prima, intorno c'è quel poco che serve, il negozio, il rivenditore di sementi, il distributore di benzina, un meccanico per i mezzi agricoli e quattro case per la gente che ci lavora, tutto il resto del mondo è in fondo a quei vialetti che ogni tanto partono dalla strada principale e sembra finiscono nel nulla. Così sarà il Nebraska, di nuovo l'Iowa, ancora l'Illinois, ogni tanto bisogna svegliarsi dal torpore per attraversare qualche città un pò più grande, riattraverso il Missouri ed una vasta area alluvionata, per molti km la strada corre in mezzo a due file di sacchi di sabbia oltre ai quali solo campi allagati e alberi semisommersi, a tratti ci sono nuvole di moscerini che si spiaccicano e ti oscurano la visiera del casco, arrivo e passo anche il Mississippi, almeno ogni tanto qualche variante, sto puntando verso il Canada e ci metto 150 km per oltrepassare Chicago, ai campi si sostituiscono un pò di case e le strade vuote si riempiono di camion ma erano meglio il grano e le strade vuote.
Attraversando Chicago riesco anche a sbagliare strada un paio di volte, qui hanno un concetto un pò personale della segnaletica, intanto i semafori sono dopo gli incroci, e bisogna abituarsi subito a fermarti prima e non sotto come da noi se non vuoi farti stirare da un tir alto due piani e lungo come un treno, poi i cartelli con i nomi delle vie  sono appesi sopra di te in mezzo all'incrocio nel senso della strada che indicano e non lungo la strada che prende il nome ( giusto per aiutare a confondere ) ,inoltre, come si sà, qui non si va tanto con le direzioni da seguire ma piuttosto con i numeri delle strade e solo sulle grandi highway ci sono cartelli adeguati, per il resto qualche cento metri prima appeso ad un palo c'è un francobollo ventiperventi con su scritto JCT33, che vuol dire Junction 33, che vuol dire che stai incrociando la strada n° 33 e quando arrivi all'incrocio c'è un altro francobollo ventiperventi con su scritto 33, punto. Il tutto non sarebbe scandaloso se non che i suddetti francobolli ventiperventi sono sommersi da milioni di altri cartelli di divieto di questo, divieto di quell'altro, non girare a destra, non girare a sinistra, non parcheggiare, non dare da mangiare agli orsi, non fermarti neanche se la macchina si rompe ecc. oppure di indicazioni per le cose più stupide o inutili di questo mondo per non parlare di quelli commerciali che se quelli per le strade sono ventiperventi (cm) quelli dei macdonalds,del kfc (kentuckyfriedchicken) del burgerking sono anche ventiperventi (ma però metri)...
Dopo Chicago entro nel Michigan e il paesaggio comincia un pò a cambiare, il giallo del grano lascia un pò di spazio al verde di piccoli boschi e prati, le case non sono più le baracche in legno ma diventano casette in mattoni rossi con  finestrelle a riquadri bianchi e tendine modello Laura Ashley che creano un'atmosfera molto "british". E se non sapete chi è Laura Ashley andatevela a cercare su google che non ho tempo da perdere con voi ignoranti....
Ultima sera negli states, domani si entra in Canada, arrivo a Three Rivers che finalmente non è più un incrocio di due strade ma una piccola cittadina con delle vere vie, con delle case in mattoni di varie epoche , dei negozi con i serramenti in legno marrone e non in alluminio ossidato o ferro arrugginito...insomma con un pò di stile...arrivando vedo un grande tabellone "hotel pincopallo" camere da dollari tot per night.....alla buon'ora, almeno una sera un'albergo in centro invece del solito motel in zona industriale, faccio due volte avanti e indietro per cercare l'ingresso che non esiste più come non esiste più neanche l'albergo, vestigia dello scorso millennio, si torna nella zona industriale nel solito motel a litigare sul prezzo con il solito indiano. Anche la faccenda dei prezzi meriterebbe una trattazione a parte, ma un'altra volta, per la cena poi sono finito nell'unico locale che non fosse un fast food ma bensì una pizzeria ristorante che tre generazioni fa era italiano, ho ordinato per curiosità la birra dell'oktoberfest e mi hanno portato una birra scura (!!!) mentre la cameriera mi faceva tradurre in italiano parole, diciamo così...sconvenienti...dall'inglese all'italiano a vantaggio di una fanciulletta che nella saletta a fianco beveva per dimenticare che da lì a tre giorni si sarebbe sposata. Ho provato a chiederle per cosa le servivano ma ha annegato la risposta in un bicchiere di birra, quindi non lo sapremo mai!