lunedì 26 settembre 2011

...sono finite le montagne, sono finite le colline, sono finite le curve, rimane la solita campagna, i soliti campi di grano, i soliti rettilinei, e questo sarà per almeno tre giorni, ormai sono abituato al senso di solitudine di queste strade, a volte passa anche un'ora senza incontrare nessuno. Il panorama è praticamente inesistente, all'orizzonte in fondo alla strada sembra di intravedere dei palazzi ma avvicinandoti diventano silos per il grano, ogni trenta/quaranta km c'è un incrocio di strade, l'altezza dei silos, che arriva anche ad una quarantina di metri, è proporzionale all'importanza dell'incrocio, la strada punta direttamente su di loro, poi entrando nel villaggio, che è tutto fuorchè un villaggio, devia leggermente per passargli a fianco poi riprende la traiettoria di prima, intorno c'è quel poco che serve, il negozio, il rivenditore di sementi, il distributore di benzina, un meccanico per i mezzi agricoli e quattro case per la gente che ci lavora, tutto il resto del mondo è in fondo a quei vialetti che ogni tanto partono dalla strada principale e sembra finiscono nel nulla. Così sarà il Nebraska, di nuovo l'Iowa, ancora l'Illinois, ogni tanto bisogna svegliarsi dal torpore per attraversare qualche città un pò più grande, riattraverso il Missouri ed una vasta area alluvionata, per molti km la strada corre in mezzo a due file di sacchi di sabbia oltre ai quali solo campi allagati e alberi semisommersi, a tratti ci sono nuvole di moscerini che si spiaccicano e ti oscurano la visiera del casco, arrivo e passo anche il Mississippi, almeno ogni tanto qualche variante, sto puntando verso il Canada e ci metto 150 km per oltrepassare Chicago, ai campi si sostituiscono un pò di case e le strade vuote si riempiono di camion ma erano meglio il grano e le strade vuote.
Attraversando Chicago riesco anche a sbagliare strada un paio di volte, qui hanno un concetto un pò personale della segnaletica, intanto i semafori sono dopo gli incroci, e bisogna abituarsi subito a fermarti prima e non sotto come da noi se non vuoi farti stirare da un tir alto due piani e lungo come un treno, poi i cartelli con i nomi delle vie  sono appesi sopra di te in mezzo all'incrocio nel senso della strada che indicano e non lungo la strada che prende il nome ( giusto per aiutare a confondere ) ,inoltre, come si sà, qui non si va tanto con le direzioni da seguire ma piuttosto con i numeri delle strade e solo sulle grandi highway ci sono cartelli adeguati, per il resto qualche cento metri prima appeso ad un palo c'è un francobollo ventiperventi con su scritto JCT33, che vuol dire Junction 33, che vuol dire che stai incrociando la strada n° 33 e quando arrivi all'incrocio c'è un altro francobollo ventiperventi con su scritto 33, punto. Il tutto non sarebbe scandaloso se non che i suddetti francobolli ventiperventi sono sommersi da milioni di altri cartelli di divieto di questo, divieto di quell'altro, non girare a destra, non girare a sinistra, non parcheggiare, non dare da mangiare agli orsi, non fermarti neanche se la macchina si rompe ecc. oppure di indicazioni per le cose più stupide o inutili di questo mondo per non parlare di quelli commerciali che se quelli per le strade sono ventiperventi (cm) quelli dei macdonalds,del kfc (kentuckyfriedchicken) del burgerking sono anche ventiperventi (ma però metri)...
Dopo Chicago entro nel Michigan e il paesaggio comincia un pò a cambiare, il giallo del grano lascia un pò di spazio al verde di piccoli boschi e prati, le case non sono più le baracche in legno ma diventano casette in mattoni rossi con  finestrelle a riquadri bianchi e tendine modello Laura Ashley che creano un'atmosfera molto "british". E se non sapete chi è Laura Ashley andatevela a cercare su google che non ho tempo da perdere con voi ignoranti....
Ultima sera negli states, domani si entra in Canada, arrivo a Three Rivers che finalmente non è più un incrocio di due strade ma una piccola cittadina con delle vere vie, con delle case in mattoni di varie epoche , dei negozi con i serramenti in legno marrone e non in alluminio ossidato o ferro arrugginito...insomma con un pò di stile...arrivando vedo un grande tabellone "hotel pincopallo" camere da dollari tot per night.....alla buon'ora, almeno una sera un'albergo in centro invece del solito motel in zona industriale, faccio due volte avanti e indietro per cercare l'ingresso che non esiste più come non esiste più neanche l'albergo, vestigia dello scorso millennio, si torna nella zona industriale nel solito motel a litigare sul prezzo con il solito indiano. Anche la faccenda dei prezzi meriterebbe una trattazione a parte, ma un'altra volta, per la cena poi sono finito nell'unico locale che non fosse un fast food ma bensì una pizzeria ristorante che tre generazioni fa era italiano, ho ordinato per curiosità la birra dell'oktoberfest e mi hanno portato una birra scura (!!!) mentre la cameriera mi faceva tradurre in italiano parole, diciamo così...sconvenienti...dall'inglese all'italiano a vantaggio di una fanciulletta che nella saletta a fianco beveva per dimenticare che da lì a tre giorni si sarebbe sposata. Ho provato a chiederle per cosa le servivano ma ha annegato la risposta in un bicchiere di birra, quindi non lo sapremo mai!    

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