mercoledì 21 settembre 2011

si torna verso est, anzi, nord-est

Per lasciare Moab mi infilo in un canyon e risalgo il fiume Colorado che credo si chiami così per il fatto che l'acqua è tutto fuorchè trasparente, anzi decisamente limacciosa e poco invitante, la strada invece è fantastica, settanta km di curve con saliscendi lungo il fiume in mezzo a due pareti verticali alte centinaia di metri, la valle sbocca in una pianura bollente coperta di sterpaglia giallastra, un centinaio di km di dune erbose alte poche decine di metri mentre sullo sfondo cominciano a vedersi le Montagne Rocciose ma soprattutto cominciano a vedersi dei potenti nuvoloni grigi appoggiati a delle colonne ancora più grigie.
Tanto per capirci sarebbe il caso di fare una piccola parentesi di carattere metereologico su come funzionano qui le cose. Quando da noi piove vuol dire che piove, cioè ti svegli, il cielo è grigio, l'atmosfera è triste, la pressione bassa (dico quella atmosferica quella arteriosa non so, la mia di solito è perfetta), comincia a piovigginare, la temperatura si abbassa, l'umidità peggiora le cose, poi piove ancora di più e così va avanti per un pò di giorni finchè ci si dimentica il colore del cielo, Qui no! Qui c'è il sole, fa caldo, il cielo è azzurro tranne un pò di batuffoli di cotone sospesi in aria e via avanti, poi in lontananza un mucchietto di nuvole un pò meno batuffoli e soprattutto invece di essere sospese in aria sono appoggiate a delle specie di colonne grigie che sono la pioggia, di solito la faccenda non ti riguarda visto che tanto sono laggiù e non sopra di te fino a quando cominciano ad essere un pò più sopra di te e allora cominci a preoccuparti, magari ogni tanto così, all'improvviso, ti trovi un pezzo di strada bagnata senza motivo e invece a volte scopri il motivo sotto forma di una cataratta che ti si ribalta sopra e in cinque km passi dal sole in una notte buia e tempestosa ( ok, questa è una citazione...) poi in altri cinque km sei di nuovo sotto il sole. Per i comuni mortali che viaggiano in macchina la cosa cambia poco, per un motociclista è diverso, in moto ci si bagna, normalmente ci si organizza con delle attrezzature che in parte ti dovrebbero riparare ma ti devi fermare e probabilmente sei già sotto la pioggia, tirare fuori la tuta, infilartela, cambiare i guantini e mettere quelli impermeabili per poi ripartire, l'operazione può portare via quei quindicibarraventi minuti che da noi appunto non sono un problema ma qui in quei quindicibarraventi minuti ha già smesso di piovere e ci sono già trentacinque gradi che con la tuta da pioggia è come entrare in una sauna con la pelliccia, quindi devi improvvisare. O ti bagni e speri che la buttata duri poco, e spesso dura solo qualche centinaio di metri poi ti asciughi, oppure cominci a fare lo scemo a bordo strada tipo tispogli tivesti tispogli tivesti con tutti motociclisti che passano che si mettono a ridere e non è una cosa bella.
Torniamo verso le Montagne Rocciose e i nuvoloni, come mi avvicino alle montagne mi avvicino anche ai nuvoloni e ovviamente dopo pochi km mi trovo davanti un muro di acqua, se non lo avete capito qui gli orizzonti sono piuttosto vasti e puoi cercare di interpretare ma intorno vedo solo nero per cui mi fermo, mi attrezzo, riparto e ovviamente in pochi km finisce tutto e faccio la figura del pirla con scafandro rosso modello guerre stellari mentre sorpasso la solita harley con coppietta in maniche corte e bermuda!
Ovviamente mi fermo di nuovo, riprendo le sembianze di motociclista estivo e comincio a salire.
In poche centinaia di km sono passato dal deserto alla prateria e alle montagne, cominciano vallate verdi, fiumi e laghi circondato da cime di quattromila metri, se non è un film poco ci manca...

Nessun commento:

Posta un commento