martedì 4 ottobre 2011

E dopo l'undici settembre...

...viene il dodici settembre, bella scoperta, si riparte ma prima bisogna recuperare la motoretta, all'apertura sono dal concessionario ma causa misunderstanding mancano un paio di lavori, finalmente alle 13.00 dopo qualche lotta con le carte di credito che probabilmente si sono surriscaldate lascio il concessionario, mi fiondo in zona ground zero per un paio di foto e non mi faccio scappare un battibecco light con un poliziotto nei pressi della freesdom tower (e si sa che non ho mai avuto passione per la categoria ) , poi devo ripassare all'ostello dove dovrebbe arrivare la camicia che ho dimenticato a Salt Lake City ma non c'è traccia per cui la faccio rimandare indietro e finalmente alle 17.30 sono sul Washington bridge e punto a sud. Si era parlato di programmi e cambiamenti, tanto per aggiornare è maturata definitivamente la decisione di raggiugere la Florida, imbarcare in qualche modo la moto per un punto da definirsi in centroamerica e raggiungerla in qualche altro modo, sembra molto semplice. Le voci sul nord del Messico hanno continuato ad essere allarmanti, è evidente che non c'è la certezza di un assalto o qualcosa del genere ma una moto da sola rimane vulnerabile e alla fine della fiera non mi pare il caso di affrontare un viaggio del genere, già di per sè impegnativo, senza il giusto stato d'animo. Un primo contatto mi spara 1200 dollari per la spedizione da Miami allo Yucatan  (piuttosto la porto a nuoto) , l'amico Ruggero che vive a Roatan mi gira il nominativo di uno spedizioniere che dice si può fare con 3/400, gli mando un pò di mail alle quali, da buon centroamericano, non si sogna di rispondere ma intanto la direzione è quella e in qualche modo si farà.
In serata raggiungo Filadelfia e pernotto nel solito motel, oramai credo di conoscere tutte le catene di motel degli states,  il giorno dopo sono a Washington per qualche ora di turismo insieme ai ragazzi arrivati da New York finchè, come si suol dire, mi ritrovo ad un bivio. Che strada si fà?  La prima alternativa è scendere lungo la costa atlantica, la seconda è spostarsi verso ovest e percorrere la catena degli Appalachi. Considerando che di mare in centroamerica ne vedrò abbastanza scelgo le montagne, per modo di dire dato che si parla di meno di 1500 metri, ma sempre montagne le chiamano. Al tramonto raggiungo Washington, non mi sono bevuto il cervello, a un paio di cento km da Washington capitale c'è un paesino con quattro case di numero dove il buon George da ragazzetto si era occupato delle terre di un ricco del luogo, poi con il tempo le cose gli hanno detto bene ed è diventato il presidente dell'America, vedi il sogno americano...,comunque gli americani riconoscenti, e fantasiosi come sempre, hanno pensato bene di chiamare Washington anche il villaggetto.
Il villaggetto appunto non è niente male, casette in mattoni e legno con infissi in legno bianco massimo color crema, atmosfera vintage e un alberghetto in stile sulla strada principale ( l'unica...). Non scendo neanche dalla moto, all'ingresso scambio una parola con il fattorino che con aria molto vintage anche lui, e anche molto checca, mi fa presente che la stanza più economica costa 400 dollari, vedi il vantaggio di un nome imponente?
Ad una ventina di km, siamo già in mezzo alle prime alture e anche alle prime avvisaglie di un temporale, recupero un bel motel in stile motel e nanche il tempo di fare una doccia che si scatenano le forze della natura, il paese con i ristoranti è a qualche km per cui si cena in camera con thè e biscotti, quelli che ci si porta dietro perchè non si sa mai, il thè lo offre la casa!

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